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Sistema Museale della Valdelsa Fiorentina
Questa volta è di scena il colle di Lucardo, autentico meraviglia geomorfoligica della Toscana collinare interna. La breve passeggiata su questo luogo panoramicissimo ci offrirà lo spunto di parlare di una sua produzione alimentare – il cacio marzolino di Lucardo – che dal secolo XVII agli anni Trenta dell’Ottocento è stata particolarmente apprezzata presso la corte medicea (e poi lorenese) fiorentina, quella papale a Roma e, attraverso entrambe, presso molte teste coronate degli Stati nazionali europei. Ma soprattutto parleremo di quello straordinario fenomeno socio-antropologico del passato che è stata la transumanza il cui declino nella nostra Regione, manifestatosi a partire dalla metà del Seicento, ha fatto proprio da contraltare alla nascita del ‘nostro’ marzolino. La contraddizione è solo apparente.
Il passaggio a maggio e a settembre delle grandi vergherei appenniniche costituite da qualche migliaio di capi costituiva l’occasione di incontro (e di scontro) fra due mondi estremamente diversi sotto molto aspetti e reciprocamente sospettosi l’un l’altro; quello del contadino e quello de pastore. Sospettosi ma anche simili per alcune strategie utilitaristiche adottate da entrambi per far fronte alla durezza della vita quotidiana. La sera, soprattutto quando più carovane si accampavano nello stesso podere, o molino o osteria, si potevano contare fino a cinquemila animali; dopo un pasto caldo i pastori si intrattenevano a veglia a parlare con coloro che li ospitavano. Si trattava infatti di una rara occasione di convivialità visto che i pastori erano soliti passare per necessità in solitudine intere giornate. Ma si trattava anche di un momento importante per due civiltà molto diverse; un momento in cui si familiarizzava anche sulle pratiche elaborate autonomamente dal pastore e dal contadino per far fronte alle calamità naturali, alle malattie, all’estrema durezza di una vita contraddistinta da fame, povertà e stenti. Per affrontare infatti gli straordinari rischi di un mestiere fatto di disagi fortissimi e d’incertezze, il mondo pastorale si tramandava una religiosità modellata al proprio vivere, sacralizzandone i momenti più significativi.
Alla fine della passeggiata un breve trasferimento in auto ci permetterà di assaggiare quella che è oggi l’unica produzione sul mercato del marzolino di Lucardo, accompagnandolo al pane di Montespertoli, selezionato sui grani antichi a basso contenuto di glutine e al vino di quelle colline.
Paolo Gennai (direttore scientfico Sistema museale Valdelsa fiorentina)