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Presentazione fascicolo 334 della «Miscellanea Storica della Valdelsa»

Sabato 23 Febbraio 2019, ore 17.00
Colle di Val d’Elsa - Biblioteca comunale (Via di Spugna, 78)

Società Storica della Valdelsa
con il patrocinio del Comune di Colle di Val d'Elsa

Presentazione del fascicolo n. 1 (334) del 2018 della «Miscellanea Storica della Valdelsa»

Presenta:
Paolo Cammarosano (CERM Trieste)
Direttore della «Miscellanea» e della sua «Biblioteca»

Saranno presenti gli autori dei saggi contenuti nel fascicolo.


L'Editoriale del Direttore Paolo Cammarosano sul fascicolo

Anche questo numero, come il precedente che contenne l’omaggio a Sergio Gensini, risponde a un obbligo di memoria e di riconoscenza. Giovanni Parlavecchia parla qui infatti di quella che è stata una figura importante nella storia della Socierà Storica della Valdelsa e della «Miscellanea», Bruno Innocenti, che era nato nel 1944 ed è scomparso nel giugno dello scorso anno. È un profilo che contempera il ricordo personale, la descrizione di una personalità di cultura non specialistica ma molto larga, come nella migliore tradizione di tanti che hanno costruito la vita della Società e della rivista, di una persona operosa nella quotidianità pratica del lavoro culturale e anche promotrice di iniziative, convegnistiche e promozionali, sempre legate alla storia di Castelfiorentino e della Valdelsa in genere.
Questo ambito locale, come da programma, continua a fornire la base dell’attività societaria e della rivista che essa esprime. Come ho avuto modo di dire nel breve discorso tenuto a Castelfiorentino lo scorso 15 dicembre per la presentazione del numero 332-333 della «Miscellanea», non è possibile contribuire in ogni numero della rivista alla storia di tutte le decine di comunità valdelsane, come non è possibile offrire sempre un medesimo respiro a tutte le epoche, dalle più remote a quella in cui viviamo oggi, la cui storia e la cui cultura furono assise su questo spazio. Ma luoghi diversi e periodi storici diversi si trovano comunque rappresentati anche in questo numero, come sono rappresentate competenze diverse: archeologica, storico-artistica, storica.
Il lettore troverà qui infatti un nuovo contributo di Lorella Alderighi, già presente nello scorso numero con le pagine dedicate a Socrate Guerrieri e adesso autrice di un saggio sulla cisterna di età romana detta del ‘Muraccio’ a Montaione, e troverà sul versante cronologico opposto una disamina condotta da Paolo Marini sull’assetto amministrativo di Castelfiorentino fra Sette e Ottocento: una fase e una problematica che sono state un poco emarginate nella storiografia degli ultimi anni e che meritano invece una considerazione attenta, particolarmente feconda se assisa sulla dimensione locale delle cittadine. Tornando sul saggio della Alderighi, conviene sottolineare come intorno alla cisterna («un serbatoio di decantazione, scolmo e distribuzione […], la cui capacità era di circa 200.000 litri») l’autrice abbia imperniato una rassegna retrospettiva delle ricerche archeologiche relative alle antichità etrusche e romane di questo segmento del territorio e una proposta di ulteriori ricerche.
L’‘età di mezzo’ è presente con due contributi documentari, ambedue risalenti alla prima generazione del Duecento. Un testo, illustrato da Jacopo Paganelli, è quello della ‘concordia’ triangolare stipulata nel 1213 fra il vescovo di Volterra, i Pannocchieschi e il Comune di San Gimignano. Di pochi anni successivo è un diploma di provenienza orvietana, scoperto da Bruno Figliuolo e analizzato qui da Franco Ciappi che già aveva scritto sulla questione, che attesta l’incastellamento di Montaione ad opera di un gruppo aristocratico locale, probabilmente in risposta alla recente edificazione del castello di Gambassi. Sono tutti lavori che apportano un contributo interessante alla vicenda, cruciale per l’evoluzione medievale della Toscana, della lenta erosione del potere episcopale di Volterra.
Il medioevo non poteva poi non essere considerato in questi due anni trascorsi che hanno visto importanti celebrazioni sangimignanesi, incentrate soprattutto sui grandi artisti che operarono tra la fine del Duecento e gli inizi del Quattrocento. Presente nello scorso numero grazie al saggio di Raffaello Razzi e Silvano Mori, Memmo di Filippuccio torna adesso nel saggio di Mario Cobuzzi, dove viene con buoni argomenti confermata l’attribuzione a Memmo della Madonna col Bambino raffigurata a Siena nelle ‘Due Porte’ e dove si ripercorre la problematica critica che si è sviluppata intorno al pittore.
Di ambito cinquecentesco è il lavoro, corredato di edizione, che Curzio Bastianoni e Luca Trapani, il primo grande benemerito della storia colligiana e il Trapani oramai nostro stabile collaboratore, hanno dedicato alla Collectio brevis de origine oppidi collensis di ser Giovanni Bardi. È un testo che si inserisce in una stagione molto feconda della cultura, e non solo della cultura (si pensi agli sviluppi urbanistici e a quelli delle istituzioni ecclesiastiche), di Colle di Val d’Elsa. Come il contemporaneo Niccolò Beltramini, il Bardi contemperò elementi di maggiore e minore attendibilità storica, ma si colloca comunque in quel contesto di una erudizione intermedia, fra il medioevo e l’età libertina e illuministica, che fornisce sempre dati e suggestioni di rilievo.
Nella sezione dedicata alle recensioni, le pagine di Elisa Boldrini e di Marco Parri, che rispettivamente danno conto del libro di Paolo Gennai e Andrea Pestelli, Montespertoli. Acquedotto e territorio (1884-1935), e di quello di Meris Mezzedimi, Industrie a Colle di Val d’Elsa durante il Regno d’Italia, aprono su una tematica di storia economica sulla quale sarà importante, a sommesso giudizio di chi scrive, pensare a lavori collettivi e incontri scientifici: specialmente se li si potrà condurre su un arco dei tempo esteso, dall’artigianato e dalla prima manifattura del tardo medioevo agli svolgimenti dell’età moderna e all’affermazione delle strutture industriali.
Ultimo, non però infimo, ‘pezzo’ di questo numero, è il testo del Regolamento per la redazione di questa rivista e della «Biblioteca», quale è stato approvato dal Consiglio Direttivo del 9 giugno 2017.

Il Direttore